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«Indro Montanelli non è il protagonista di un romanzo. Ma nella sua lunga vita (1909-2001) c'è bruciante materia romanzesca. Una sorta di Novecento condensato: una Belle Époque di provincia toscana, la Grande Guerra, il fascismo e l'antifascismo, i carri armati a Budapest nel '56, le pallottole delle Brigate Rosse nel '77, il crollo del comunismo, la fine ingloriosa della Prima Repubblica, l'ascesa di Silvio Berlusconi. E attraversando tutto questo, l'avventura del giornalismo. Scrivere, scrivere: ogni santo giorno, per sentirsi vivi, per certificare di esserlo». Questa non è una biografia canonica, ma un racconto molto personale: Paolo Di Paolo, che da adolescente ebbe l'occasione di incontrare Montanelli, ne ripercorre avventure e disavventure, affrontando anche le questioni più scomode, come la partecipazione alla guerra d'Etiopia. Così, la statua tanto discussa che troneggia in un parco di Milano prende vita. Un talento fuori misura alla prova del Ventesimo secolo, con tutte le sue speranze, e tutte le tempeste.